Brandy è il nome generico dell’acquavite ricavata dalla distillazione del vino, dopo un periodo di invecchiamento in botte; questa denominazione è universalmente impiegata; in alcune zone l’acquavite di vino riceve una denominazione d’origine legata al territorio di produzione (Armagnac, Cognac).
Il brandy si può produrre in qualunque Paese dove viene coltivata l’uva.
L’etimologia della parola viene fatta derivare dall’abbreviazione dell’inglese brandywine, a sua volta tradotto dall’olandese brandewijn, cioè vino bruciato (distillato). Gli Olandesi nel XVII secolo erano i più attivi mercanti di vini e di spiriti, e si rifornivano lungo le coste atlantiche, dalla Francia al Portogallo, per esportarli in Inghilterra e in tutto il Nord Europa.
Il brandy viene prodotto dalla distillazione del vino sano, o guasto ma non acetificato, e da sottoprodotti come vinacce e fecce. Le sue qualità organolettiche derivano dal pregio della materia prima.
I vini impiegati possono essere indifferentemente bianchi, rosati o rossi; i distillati migliori vengono ricavati da vini ad alta acidità, scarso tenore alcolico, e aromaticamente neutri; a livello mondiale il vitigno più impiegato è il trebbiano detto ugni blanc in Francia. I vini non devono contenere solfiti.
Lo strumento per ricavare l’acquavite è l’almanacco nei tipi continuo o discontinuo. Le tecniche di distillazione sono varie secondo lo strumento impiegato, ma come per altri spiriti vengono scartate le frazioni iniziali (teste) e finali (code), contenenti sapori ed odori sgradevoli. Secondo i metodi se ne ricavano acquaviti con grado alcolico da 52° a 72°, talvolta oltre. La resa ordinaria è di un litro di distillato ogni dieci di vino.
Appena distillata, l’acquavite non è ancora brandy: deve essere sottoposta ad un periodo di invecchiamento in botte, secondo la legislazione del paese di produzione, prima di poter essere imbottigliata, previa filtrazione a freddo. Sono generalmente indicati i tipi di legno permessi, e la durata minima di soggiorno in botte.
Il brandy così prodotto viene generalmente additivato di caramello per colorarlo, di zucchero per ammorbidirlo, di estratti di trucioli di quercia per aumentarne gli aromi di legno; infine viene diluito con acqua distillata alla gradazione voluta. Eccezionalmente il brandy può essere imbottigliato come esce dalla botte (cask strenght o grado pieno), dopo un adeguato invecchiamento, Il brandy viene abitualmente consumato come digestivo dopo i pasti, o come distillato da meditazione; talvolta accompagnandolo al fumo di un sigaro, o di qualche pezzetto di cioccolato amaro. In Italia ed in Spagna si usa anche come correttore del caffè.
Si serve in bicchieri a forma di uovo tronco, chiamati ballon o snifter o, molto meglio, in bicchieri a tulipano; il brandy non va mai riscaldato con fiamme o calore vivace, né diluito con ghiaccio, per non rovinarne gli aromi, ma il bicchiere può essere scaldato con il calore delle mani (humanizer, dicono i francesi).
Il brandy può essere prodotto in qualunque Paese, con i metodi più diversi. Poiché viene distillato dal vino, i Paesi a tradizione vinicola sono i principali produttori ed esportatori di questo tipo di distillato: l’Europa meridionale ed i Paesi del bacino del Mar Nero sono i maggiori produttori mondiali.
Di seguito una lista dei brandy più diffusi per provenienza.